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Marco Liorni, faro del pomeriggio tv

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E’ il volto maschile televisivo oggi più amato dagli italiani. I record di ascolti per il programma televisivo da lui condotto (insieme a Mara Venier) “La vita in diretta” in onda ogni pomeriggio su RAI UNO lo consacrano conduttore dell’anno. Classe 1965, di origini siciliane (la nonna era di Favignana), Marco Liorni vanta un ricco bagaglio professionale che spazia dalla televisione alla radio. “La radio – tiene a sottolineare Liorni – è la mia più grande passione sin da quando ero ragazzino!”.

Agata Patrizia Saccone e Marco Liorni

Padre di tre figli e compagno della sua adorata Giovanna, Marco Liorni si porge sempre con grande discrezione e cordialità, anche nei confronti dei colleghi. Non ama i conflitti e al massimo regala solo dei bei sorrisi, talvolta celati –se ne accorge chi lo conosce meglio- da un alone di timidezza.

Marco, hai raccolto la pesante eredità di sostituire Lamberto Sposini a  “La Vita in Diretta”. Gli ascolti ti hanno premiato e il pubblico della tv ti ama oggi ancora di più…raccontaci questa tua esperienza….

“Gli ascolti premiano il programma. Ogni giorno con Mara Venier diamo il massimo e siamo comunque supportati da un gruppo di bravissimi esperti. Ritengo infatti che la RAI possegga un importante patrimonio di professionisti qualificati. Per quel che mi riguarda io cerco di lavorare sempre con grande coscienza”.

Hai al fianco una donna autorevole come Mara Venier. E’ stato facile trovare un feeling professionale con lei…

“Con lei ho trovato un feeling sia umano che professionale. L’essere caratterialmente diversi ci permette una completezza ai fini del programma televisivo stesso. Certo, debbo ammettere che all’inizio avevo una sorta di timore reverenziale a lavorare con un personaggio come la Venier”.

Per qualche anno sei rimasto lontano dal piccolo schermo, in attesa della giusta proposta. Pazientare premia?

“Credo in ciò che si fa in modo convinto e con il cuore. Assentarsi dalla televisione è un lusso perché non sempre ci si puo permettere di rifiutare. Fortunatamente, oltre alla tv, ho sempre avuto altri impegni professionali come appunto la radio. Se ho lasciato il ‘Grande Fratello’ è perché volevo per me qualcosa di diverso. In quegli anni sabbatici ho fatto comunque diverse cose, comprese alcune puntate zero di diversi programmi televisivi  (tra questi pure ‘Affari tuoi’ con un format assolutamente differente rispetto a quello attuale) e poi per Sky ho condotto alcuni documentari girati in lungo e in largo in Europa. Comunque non ho sofferto a stare lontano dalla televisione”.

Nel frattempo sei diventato una voce storica di Rds. Non hai lasciato il tuo impegno radiofonico. Come fai a conciliare ogni giorno le due cose?

“Ho festeggiato i miei dieci anni a RDS. Conciliare entrambe le cose è decisamente molto impegnativo, ma è anche vero che con ambedue si tratta di collaborazioni per cui ci sono degli anni in cui lavoro molto, altri un po’ meno”.

Sei stato tra i primi osservatori del fenomeno di Facebook, ci hai scritto persino un libro. Con il proliferare dei social, tu che conduci un programma che fa anche informazione, quanto veloce deve essere la televisione per stare al passo?

“Ritengo che oggi sia  fondamentale un’integrazione tra i media e i social network. Del resto la televisione è un luogo di dibattito, una sorta di agorà, i social media invece inneggiano ad un altro modo di comunicare dove lo scambio di opinioni è più confidenziale”.

Il tuo legame con la Sicilia non lo hai mai negato (anche perché hai un cordone ombelicale che ti lega con l’isola per tua nonna di Favignana). Alla fine di un’intensa stagione tra radio e tv pensi che ci si possa ritrovare da queste parti?

“Per me la Sicilia ha un significato affettivo molto importante. Mia nonna Teresa infatti era di Favignana,  ed il mio bisnonno, suo padre,  era il guardiano del faro dell’isola. Forse per questo adoro i fari, sono un collezionista e sin da bambino ho sempre sognato di viverci. La Sicilia è una terra che possiede qualcosa in cui mi riconosco ed è per questo che ci sto molto bene. Però mi dispiace, per quella che in qualche modo considero pure la mia terra, che spesso è stata tradita da chi l’ha governata”.

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